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Le palle di pietra sono esattamente così come Anita ce le ha mostrate in cartolina.

«Sono finte,» sentenzio io. «Non può averle fatte la natura, sono troppo perfette, troppo rotonde.»

Scendiamo verso la riva per toccarle con mano. Ce ne sono a decine, sparse a casaccio ovunque. L’effetto d’insieme è quello di una pista liscia e compatta punteggiata da palle da bowling. Più ci avviciniamo più mi rendo conto delle dimensioni: alcune hanno un diametro di due metri, altre sono perfino più grandi. L’altro aspetto sorprendente è la loro estraneità rispetto al resto del paesaggio

​(brano tratto da: "Prove tecniche di solitudine" di Eleonora Scali - Ed. Tabula Fati)

 

 

 

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