Incolla la velina con il disegno sopra l’osso e lo infila dentro una morsa. «Vieni, siediti qui,» dice. Mi offre uno sgabello e mi mette in mano un seghetto. «Ora inizia a intagliare il contorno della forma.» L’invito per il primo punto del taglio lo fa lui e precisa: «se sbagli questo passaggio, è tutto da buttare.»
Cinque minuti prima delle nove mi presento allo studio di scultura di Ian. «Great, you are on time,» dice lui sorpreso.
«Io sono sempre puntuale. Odio la gente che ritarda, quindi cerco di non fare aspettare nessuno.»
«Sei sicura di essere italiana?»
Mi scappa da ridere. Lo stereotipo dell’inaffidabilità italiana è arrivato anche in Nuova Zelanda.
(brano tratto da: "Prove tecniche di solitudine" di Eleonora Scali - Ed. Tabula Fati)