L’auto s’inerpica sulle alture di Wellington. Da quassù si gode una vista magnifica della città e delle sue insenature, ma Mister Dundee guida come Schumacher su per i tornarti e scattare foto decenti è quasi impossibile.
«Vi potete avvicinare e scattare delle foto. Ma prestate attenzione, i leoni marini sono aggressivi. Se infastiditi, possono attaccare e azzannare.»
Ecco un’altra cazzata come quella dell’attore, penso. Mi dirigo a passo sicuro verso la colonia. L’odore di selvatico e pesce marcio punge le narici. Procedo con l’obiettivo della macchina fotografica puntato su un grosso esemplare accucciato in mezzo a un mucchio di alghe rosse. Verrà uno scatto magnifico. Quando mi trovo a circa dieci metri, il leone marino si solleva, spalanca la bocca, mostra una sfilza di denti impressionanti e urla: un suono potente, spaventoso, a metà fra il ruggito di un leone e il barrito di un elefante, mai sentito niente del genere. Temo di dovermi ricredere sull’aggressività dei leoni marini.
(brano tratto da: "Prove tecniche di solitudine" di Eleonora Scali - Ed. Tabula Fati)