Milena M. - 8 febbraio 2021
Ho appena terminato di leggere "Prove tecniche di solitudine " di Eleonora Scali. Di solito, quando si finisce di leggere un libro appassionante, si chiude l'ultima pagina con un po' di malinconia, dovuta al fatto di dover salutare pagine che ci hanno sorpreso e fatto compagnia per un po' di tempo. La stessa cosa mi è successa per il libro di Eleonora, ma con in più un senso di appagamento e di arricchimento. "Tecniche di solitudine" è il racconto di uno straordinario viaggio, quasi sempre in solitaria, agli antipodi del nostro paese, ma non solo. È il racconto di un viaggio alla scoperta di se stessi, delle fragilità, scusate l'ossimoro, di una donna forte, del modello di donna al quale, probabilmente, tutte noi vorremmo assomigliare. Un amico che, purtroppo, da poco tempo ci ha lasciati, aveva compiuto lo stesso viaggio e ci aveva mostrato, incantandoci, le misteriose bellezze neozelandesi. Per saperne di più ho acquistato il libro e ho iniziato, fin dalle prime pagine, a viaggiare con Eleonora. Ma, in questo periodo in cui è praticamente impossibile imbarcarsi per una meta più o meno lontana, ho cominciato a viaggiare veramente, aiutandomi ricercando e poi percorrendo km dopo km l'itinerario con Google maps e, soprattutto, aiutandomi con le stupende foto che la Scali ha inserito in https://nerocomescrivi.wixsite.com/nuova-zelanda. Ho imparato quindi a conoscere, attraverso le emozioni dell'autrice, un paese sorprendente, in alcuni aspetti quasi primordiale, con caratteristiche contrastanti, in cui la natura, con la sua potenza, è sempre la protagonista principale. Da Auckland, nell'isola del Nord, a Christchurch, in quella del Sud, ho percorso, anche se dal divano di casa, quegli 8000 km percorsi con i più diversi mezzi di trasporto, ho avuto l'impressione di essere accanto ad Eleonora sui faticosi sentieri a piedi e di godere con lei delle mete raggiunte. Un viaggio in solitudine, ma anche un viaggio di incontri, per imparare ad amare se stessi ed apprezzare al meglio i diversi momenti della nostra vita.
Carmen Claps - 19 febbraio 2021
Etichettare “Prove tecniche di solitudine” come un romanzo di viaggio è indubbiamente riduttivo. Certo, l’autrice ci racconta un’intensa esperienza all’altro capo del mondo, ma al centro di questo viaggio, oltre al desiderio di scoprire un paese nuovo c’è quello di esplorare se stessa. Ogni particolare di quel paese è visto attraverso la personalissima sensibilità dell’autrice, così che i panorami della Nuova Zelanda e quelli della sua personalità diventano l’uno specchio dell’altro in un’interscambio intensissimo.
Eleonora incontra molti altri viaggiatori lungo il suo cammino, a volte conoscenze flash, altre più durature. Di ognuna ci lascia un ricordo, una sensazione. L’autrice è capace di pennellare la personalità degli altri viaggiatori descrivendo piccoli gesti, dettagli apparentemente insignificanti e riportando dialoghi, talora brevissimi, ma comunque imperdibili. Il tutto all’insegna dell’ironia, un’ironia intelligente, feroce, talvolta palese altre sottile, ma sempre presente per stigmatizzare o sdrammatizzare le diverse situazioni.
Divertente è la comprimaria che la protagonista si trascina accanto lungo tutto il viaggio. È la proiezione delle sue paure, che lei chiama Madama Ansia, e personifica in una vecchia megera sempre in agguato come la Cassandra di Apollo a prospettare scenari catastrofici nei momenti più delicati e difficili.
La narrazione di Eleonora è in presa diretta, genuina, istantanea, priva del distacco di chi documenta qualcosa di già vissuto e metabolizzato. Il suo stile è da manuale, rigoroso e scorrevole, con perfetto sdoganamento anche di espressioni colorite, che in determinate situazioni sono irrinunciabili, anzi, indispensabili. Infine, per una come me, abituata fin dalla prima elementare a curare in modo maniacale la punteggiatura, leggere questo romanzo è stato come respirare aria pura: l’autrice usa tutti i segni di interpunzione, anche il punto e virgola e due punti che oggi sono considerati dai più un optional trascurabile.
Silverio C. - 25 febbraio 2021
Il lavoro di Eleonora è all’insegna della “fame”, fame di scoprire se stessa in un contesto sconosciuto e fame di esplorare un paese straniero attraverso i suoi moti più intimi. L’autrice osserva e commenta con estrema attenzione tutti gli aspetti della realtà neozelandese: quelli naturali (spiagge, montagne, laghi, ghiacciai, fiordi ), quelli urbanistici (le cittadine spesso formate da un’unica lunga strada ai cui lati si trovano case, negozi e ristoranti), gli aspetti giuridico-amministrativi (uno fra questi la strenua lotta delle istituzioni contro l’alcolismo), la mentalità della gente, a metà tra il pedante e il disinvolto, le tradizioni, il clima. A proposito di quest’ultimo aspetto, imperdibili sono le descrizioni di certe piogge dal sapore biblico che, per quanto violente, non fanno desistere Eleonora dal proposito di compiere un’escursione; splendide le immagini di quei cieli limpidi, quasi trasparenti e del mare che l’autrice presenta negli aspetti più diversi, dalla calma ipnotizzante ai moti furibondi.
Per compiere questo viaggio Eleonora si serve di ogni mezzo di trasporto: l’automobile naturalmente, ma anche barche, trattori, camion, perfino un trenino quasi da luna park. Ho trovato che ognuno di questi mezzi diventa un vero e proprio protagonista del racconto, quasi fosse dotato di una propria identità.
Ultima considerazione: sono uno dei quei lettori che, all’occorrenza, si avvale del diritto ideato da Pennac di saltare delle pagine. Nel libro di Eleonora questo non è possibile. Il testo è congeniato in modo tale che ogni giornata, ogni pagina, ogni paragrafo addirittura narra un evento che consegue da ciò che precede ed è propedeutico per ciò che segue, quindi per godere appieno queste “prove di solitudine” ogni frase risulta irrinunciabile.
Pierangelo (Bergamo) - 28 settembre 2021
Ho finito di leggere "Prove tecniche di solitudine" qualche giorno fa. Devo confessare che non me lo aspettavo così coinvolgente, invece mi sono trovato a viaggiare con la protagonista e, ogni giorno, c'era la curiosità di scoprire cosa avrebbe affrontato il giorno dopo. Una lettura piacevolissima che consiglio.
Alessandro57 - 18 Febbraio 2023
Prove tecniche di solitudine è un resoconto intimistico che tutti dovrebbero leggere. L'esperienza vissuta durante un lungo e interessante viaggio assurge a itinerario formativo, un itinerario permeato di sensibilità e voglia di arricchirsi interiormente. L'autrice, donna pragmatica, colta, acuta ci insegna a capire in modo definitivo cosa significhi viaggiare.